“Assicuro la mia preghiera anche per le vittime dell’incendio avvenuto due giorni fa nell’ospedale di Tivoli”, ha detto Papa Francesco, che oggi, domenica 10 dicembre, è tornato ad affacciarsi alla finestra di San Pietro per l’Angelus domenicale, dopo i problemi di salute che lo avevano fermato le scorse settimane.
La preghiera di Papa Francesco si aggiunge a quella del Vescovo di Tivoli, mons. Mauro Parmeggiani, che ieri aveva dichiarato: “Vicinanza alla Città di Tivoli: profondamente ferita per la chiusura – che auspichiamo breve – del proprio Ospedale, presidio che serve un bacino di utenti di circa 200.000 uomini e donne, anziani e bambini, residenti nel territorio. Vicinanza innanzitutto ai famigliari di quanti hanno perso la vita questa notte, vicinanza ai malati che sono stati evacuati dall’Ospedale e alle loro famiglie, vicinanza ai malati bisognosi di cure giornaliere e che ora dovranno recarsi in altri presidi sanitari lontani dalle loro case per proseguire le cure, vicinanza ai dirigenti della ASL Roma 5, dell’Ospedale, ai medici, agli infermieri, ai Cappellani e a tutti coloro che a vario titolo prestano la loro opera diuturna in Ospedale. Vicinanza alle varie forze dell’ordine, ai Vigili del Fuoco, agli operatori della protezione civile e di altre associazioni di volontariato che questa notte e in queste ore hanno prestato e stanno prestando servizio per portare soccorso.
Compassione: poiché ogni cristiano e uomo di buona volontà non può non “patire con” chi soffre in queste ore difficili per la vita di tante persone e per l’intera Città. Preghiera: per chi ha perso la vita, per chi è ammalato, per quanti hanno visto incendiato il proprio luogo di lavoro, preghiera per quanti dovranno governare il ripristino dell’Ospedale, per chi governa la nostra Città. Una preghiera che si fa disponibilità, nei limiti delle nostre possibilità, senza sostituirci a coloro che dovranno garantire i servizi essenziali, ad unirsi, tramite la Caritas diocesana, ai servizi che dovranno essere garantiti a quanti avranno necessità di spostarsi da Tivoli per farsi curare ogni giorno in altre realtà ospedaliere”.
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