Subiaco – I Monasteri Benedettini candidati a diventare sito Unesco

SUBIACO – Il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, riunitosi oggi in modalità telematica sotto la presidenza di Franco Bernabè, ha approvato “Early medieval Benedictine settlements in Italy” (Insediamenti benedettini altomedioevali in Italia) come candidatura italiana da presentare per la verifica preliminare ai fini dell’iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale della Convenzione UNESCO per la Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale, in ottemperanza alle nuove disposizioni stabilite dall’Organizzazione in merito al vaglio delle candidature.

Ryder Cup – Biglietti e hotel esauriti: a Tivoli si spendono 5mila euro per 7 notti

La candidatura focalizza l’attenzione sul monachesimo quale fenomeno di portata universale e sull’influsso che esso ha esercitato nella vicenda storico-culturale ed insediativa europea ed è costituita da una selezione rappresentativa degli insediamenti monastici benedettini delle origini e del contesto paesaggistico nel quale sono inseriti, nonché sul ruolo decisivo assunto nell’Occidente dall’esperienza monastica legata alla Regola per la vita comunitaria scritta da Benedetto da Norcia. Tale Regola ha inciso profondamente sulla formazione intellettuale dei popoli europei e sullo sviluppo del loro patrimonio artistico, dando anche vita – con i propri insediamenti – a esempi specifici di paesaggio culturale e sviluppo sostenibile. Sin dai primi insediamenti altomedievali della penisola, infatti, si sviluppò un sistema di gestione delle risorse e di ordinamento amministrativo che lasciò impronte indelebili nei territori in cui venne sviluppandosi.

Tivoli, trasferta amara. Cade il Vicovaro, super Villa Adriana all’esordio

Il sito proposto è di tipo seriale, composto da 8 insediamenti altomedievali: i monasteri benedettini di Subiaco, le Abbazie di Montecassino, di Santa Maria a Farfa e di San Vincenzo al Volturno, che divennero i luoghi primari per la conservazione, la diffusione e la trasmissione del sapere e della cultura; la Sacra di San Michele alle Chiuse in Val di Susa e il paesaggio circostante, che rappresentano uno scenario di estrema unità tra architettura e ambiente alpino, segnando l’inizio della Val di Susa, importante via di comunicazione tra la penisola italiana e le Gallie; il complesso di San Vittore alle Chiuse di Genga, esempio straordinario della trasmissione di saperi e conoscenze architettoniche, luogo d’interscambio tra forme d’ascendenza orientale e bizantina e modelli transalpini d’area franco-germanica. Completano l’elenco degli 8 insediamenti le abbazie di Sant’Angelo in Formis, nei pressi di Capua, e San Pietro al Monte a Civate, che conservano preziose testimonianze delle arti visive del Medioevo in ambito europeo e mediterraneo. In caso fosse valutata positivamente dagli organi consultivi, la candidatura sarà ufficialmente trasmessa al Centro per il Patrimonio Mondiale UNESCO entro il 1 febbraio 2026.

Poli – Le ciambelline al vino locali candidate a diventare marchio DE.CO.

Exit mobile version