Un viaggio nel mondo della grafologia per dipanare una matassa lunga quasi trent’anni. Domenica 14 maggio alle ore 17.30, presso la Biblioteca comunale di Poli, sarà presentato il romanzo “Le ali della verità” di Monica Manzini, patrocinato dalle Associazioni “Penelope Lazio” e “Vivi la Vita”.
L’autrice, grafologa giudiziaria presso il Tribunale di Roma, si è ispirata alla lettera che la giovane romana Alessia Rosati, scomparsa nel ’94 dal quartiere Conca d’Oro e mai più ritrovata, inviò alla sua migliore amica prima dell’allontanamento. Un mese fa è stato riaperto il caso dopo il ritrovamento di un frammento osseo al Parco delle Valli, proprio nel posto dove si presume sia stata sepolta la ragazza.
Oltre all’autrice interverranno Antonio Rosati, padre della scomparsa e rappresentante dell’Associazione Penelope Lazio; la Dr.ssa Simona Buonocore, psicologa e tutor di Penelope Lazio, e il Luogotenente Gianluca Bruno, Comandante della locale Stazione dei Carabinieri. Modera l’avvocato penalista Angelo Segnalini.
“È un romanzo – anticipa Segnalini, Capogruppo di maggioranza al Comune di Poli – che si legge in una notte e che ci proietta negli anni ‘90, rendendoci partecipi di una complicata ricostruzione investigativa. Se lo scopo del libro è quello di riaccendere i riflettori su un fatto di cronaca di quasi trent’anni fa, non c’è dubbio che il lettore, subito dopo aver letto il libro, accenderà il proprio pc e, dopo aver posizionato il cursore sulla barra di ricerca di Google, scriverà “Alessia Rosati, scomparsa a Roma il 23 luglio 1994”.
Partendo dalle numerose incongruenze e ambiguità contenute in un biglietto, l’autrice ha dato una nuova lettura, in chiave grafologica, di quello che voleva dire Alessia attraverso quelle concitate parole affidate a un pezzo di carta.
La Manzini, che ha scelto di non entrare nel merito della “pista” politica seguita fino ad oggi, e per questo ha romanzato l’intero contesto, si è concentrata unicamente su ciò che ha scritto Alessia. Il libro vuole dunque essere un omaggio alla studentessa romana e soprattutto un tentativo di ridare voce a questa giovane, messa a tacere per ben due volte: la prima con la scomparsa e la seconda con la mancata comprensione di quel biglietto.
Fonte: Ufficio Stampa Comune di Poli
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