Quattro anni fa incontrai per la prima volta Simone, un sedicenne judoka dalle belle speranze. Era il 2019, prima dello scoppio della pandemia, prima della guerra in Ucraina e il giovane Aversa era reduce dalle Olimpiadi giovanili Europee che si erano tenute a Baku, in Azerbaijan. Quattro anni dopo il ragazzino di Villanova di Guidonia di strada ne ha fatta e pure tanta, macinando chilometri in giro per il mondo. Lo ritrovo ventenne, con la stessa passione negli occhi, la timidezza che traspare dalla sua voce ancora giovanissima. Soprattutto però, lo ritrovo campione italiano assoluto senior, la massima categoria nazionale che raccoglie gli atleti dai 21 ai 36 anni. Simone, nonostante l’età inferiore (categoria junior), ha potuto prendere parte alla competizione in virtù della sua cintura nera, e a dicembre 2022 ha vinto la finale contro un’atleta ben più esperto e quotato dell’Esercito, laureandosi così per la prima volta campione d’Italia.
Anche gli studi continuano a gonfie vele. Apprendo con piacere che oggi, dopo essersi diplomato al Liceo linguistico scientifico Ettore Majorana di Guidonia, frequenta il primo anno di Ingegneria medica, presso l’università di Tor Vergata. Una facoltà senza dubbio impegnativa, che però non ha inciso sulla sua passione per il Judo, cominciata quando aveva soltanto 8 anni. Ogni giorno Simone continua a indossare con orgoglio il judogi, allenandosi sul tatami della palestra Banzai Cortina a Roma.
Simone, di tempo ne è passato ma la tua passione è sempre la stessa. Cosa è successo in questi anni?
Ho potuto fare tante esperienze, accrescere il mio curriculum sportivo. Ho disputato gli Europei under 23 a Sarajevo e i mondiali Junior in Ecuador. A dicembre mi sono laureto campione italiano assoluto senior e a gennaio ho iniziato con i grand slam per qualificarmi alle Olimpiadi. Sono arrivato settimo al Grand Slam a Tel Aviv e ho preso parte all’European Cup Junior, conquistando il terzo posto a Poznan in Polonia.
Viaggi molto in giro per il mondo insomma, dev’essere bello per un ragazzo della tua età…
Viaggiare molto mi da modo di crescere a livello personale e fare grandi esperienze. Partecipare a gare internazionali così importanti mi permette di confrontarmi con grandi atleti di fama mondiale e crescere.
E con l’università come sta andando?
Sta andando bene, ora avrò degli esami a giugno molto impegnativi. Ingegneria medica è una bella facoltà, interessante da seguire. Per me è stata la scelta giusta, tornassi indietro non cambierei nulla.
I tuoi genitori saranno orgogliosi di te…
Mamma Stefania e papà Giuseppe sono sempre al mio fianco. Anche mio fratello Samuele segue tutte le mie gare. Oggi ha 16 anni, anche lui è un judoka e una cintura nera. Spesso ci alleniamo e confrontiamo insieme, ma inizia ad esserci anche un po’ di sana rivalità (ride ndr).
Qual è l’insegnamento più bello che ti ha trasmesso il Judo?
Sicuramente il rispetto per l’avversario. Il nostro non è solo uno sport ma anche una disciplina che ci insegna dei valori importanti.
A breve potresti diventare un judoka professionista. Quanto è vicino questo traguardo?
Spero che possa presto diventare un professionista entrando a far parte di un gruppo sportivo. Questo è da sempre il mio sogno, ma per il momento non posso dire altro per scaramanzia.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Il prossimo impegno è un Grand Prix in Austria, una gara senior valida per le qualificazioni alle Olimpiadi che si disputerà il 25 maggio.
Le Olimpiadi, un altro tuo grande sogno…
Grazie agli ultimi risultati ottenuti sono riuscito a scalare la ranking list olimpica. Al momento sono 52esimo, devo rientrare nei primi 36 se voglio accedervi. Non ci sono tanti punti di distacco, riuscirci sarebbe il coronamento di tanti sacrifici. Ad oggi è bello sapere che non si tratta più di un semplice sogno, ma di un obiettivo primario. Partecipare e poi chissà, anche vincerle un giorno.
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