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Lazio – Stop morti sul lavoro: la Regione vieta di lavorare nelle giornate di massimo calore

Immagine di aleksandarlittlewolf su Freepik

A seguito dell’innalzamento delle temperature stagionali, la Regione Lazio, attraverso un’ordinanza firmata dal presidente Francesco Rocca, ha stabilito di adottare nuove misure per la tutela della salute dei lavoratori esposti al caldo eccessivo, con particolare attenzione ai settori agricolo, florovivaistico e ai cantieri edili. I lavoratori impiegati in questi ambiti, infatti, sono maggiormente a rischio di stress termico e colpi di calore, a causa della prolungata esposizione al sole e alle elevate temperature. 

«La Regione Lazio dice stop ai lavori usuranti nelle giornate di massimo calore. Infatti, con la firma di questa importante ordinanza, vietiamo in queste giornate ogni attività lavorativa nei settori agricolo, florovivaistico e nei cantieri edili. Questa è una misura a protezione dei lavori e della sicurezza pubblica: non vogliamo più morti e incidenti sul lavoro. Si tratta di una delle tante iniziative, oltre all’aumento dei tecnici SPRESAL nelle Asl territoriali, per garantire e migliorare la qualità e la sicurezza nei luoghi di lavoro in tutto il territorio regionale», ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

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Obiettivo principale dell’ordinanza è quello di ridurre l’impatto dello stress termico e di prevenire le conseguenze gravi per la salute dei lavoratori. La Regione Lazio si impegna a promuovere l’ordinanza con un’ampia diffusione sull’intero territorio regionale, anche grazie al supporto di Prefetti, Sindaci, Aziende sanitarie locali, rappresentati delle Organizzazioni sindacali, Associazioni di categoria e datori di lavoro. L’Inail, con il progetto Worklimate, ha reso disponibili mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo sul sito Workilmate 2.0. In questo senso, la Regione ha deciso di vietare le attività lavorative all’aperto dalle ore 12.30 alle 16, con efficacia immediata fino al 31 agosto 2024, nei giorni in cui il rischio di esposizione al sole con attività fisica intensa è segnalato sul sito Workilmate 2.0 – lavorare al sole come “ALTO”.

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