L’approccio osteopatico può aiutare a prevenire le alterazioni posturali da Scoliosi? Un dislivello delle spalle, associato ad uno squilibrio del corpo con asimmetria degli arti, possono essere un semplice atteggiamento scoliotico, cioè simulare una scoliosi, oppure possono nascondere una vera scoliosi. Conoscerne le differenze è molto importante perché la postura scorretta è un problema che spesso viene sottovalutato, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.
Per saperne di più, ne abbiamo parlato con il prof. Francesco Manti, Osteopata e direttore dell’I.R.C.O. – Istituto di Ricerca Clinica Osteopatica- presente nel Lazio, Calabria e Sicilia; Docente e Presidente dell’Accademia di Medicina Osteopatica “Alessandro IV” e Presidente dell’Associazione Nazionale Professionisti Osteopati.
Prof. Manti, sentiamo spesso parlare di Scoliosi (o atteggiamento scoliotico), soprattutto quando parliamo di bambini o adolescenti, cosa ci può dire in merito?
Prima di tutto dobbiamo sempre distinguere se ci troviamo dinnanzi ad una condizione di Scoliosi o di atteggiamento scoliotico. Quando parliamo di scoliosi, cioè la deformità vertebrale nei tre piani dello spazio, significa che oltre ad avere una curva sul piano frontale della colonna vertebrale si realizza anche una rotazione della vertebra sul piano trasversale. Osserviamo alterazioni posturali del corpo visibili esternamente e che rappresentano degli indici di allarme da non trascurare nel tempo perché possono peggiorare velocemente. Quando parliamo, invece, di atteggiamento scoliotico, ci troviamo dinnanzi ad una condizione che non degenera nel tempo e non presenta alcuna rotazione vertebrale ma rappresenta solo una deviazione sul piano frontale della colonna vertebrale.
Secondo Lei, durante l’adolescenza, è importante una diagnosi precoce?
Direi che è molto importante perché è proprio durante questo periodo che – contemporaneamente alla crescita della colonna vertebrale – può svilupparsi velocemente una scoliosi, sino ad arrivare a curve gravi dove può essere necessario anche un intervento chirurgico. Facendo un esempio più concreto se l’angolo di curva della scoliosi, a fine crescita ossea, supera una “soglia critica” compresa tra 30 e 50 gradi, esiste un maggior rischio di sviluppare in età adulta problemi di salute, una peggiore qualità di vita, una deformità estetica, dolore e disabilità funzionale. Ecco perché è bene fare diagnosi di scoliosi già nelle fasi iniziali.
Come si tratta una scoliosi e come si può intervenire osteopaticamente parlando?
Guardi, innanzitutto è importante entrare in una logica di prevenzione, indipendentemente dalle figure specialistiche interpellate, poi è chiaro che l’approccio anamnestico e terapeutico varia a secondo del professionista a cui ci si rivolge. Da un punto di vista osteopatico si parte sempre da un esame obiettivo strutturale – con l’analisi dei referti esibiti dal paziente – per individuare prima di tutto eventuali condizioni eziologiche che hanno provocato l’atteggiamento scoliotico o la deformità vera e propria. Poi si interviene con un “protocollo terapeutico” specifico. Nel primo caso questo è caratterizzato da un allineamento generale delle strutture miofasciali, viscerali e osteoarticolare interconnesse alla colonna vertebrale. Nel secondo caso invece, si interviene direttamente sulla struttura, che ovviamente non presenta condizione patologiche avanzate (protrusioni o ernie), con delle tecniche dirette sulla colonna per dare degli input correttivi immediati. Poi successivamente si effettuano sedute di mantenimento, consigliando esercizi (o attività fisiche) dolci e mirate.
A proposito di prevenzione. Sappiamo che il centro I.R.C.O. da Lei diretto, adotta ormai da diversi anni una politica di prevenzione mirata dall’età pediatrica a quella geriatrica, ma ci incuriosisce un progetto in particolare dall’età pediatrica a quella adolescenziale (che sarà presentato nel mese di aprile anche con una tappa a Tivoli) mi riferisco al progetto Grow Healty (Crescere in Salute), cosa ci può dire?
Negli ultimi due anni, abbiamo adottato una politica di comunicazione e diffusione della medicina osteopatica attraverso progetti, in ambito, pediatrico, ginecologico, geriatrico e sportivo, che tendono ad orientare ed informare gli utenti/pazienti e le altre figure specialistiche. Con il progetto da Lei menzionato, giunto alla seconda edizione, attraverso incontri e seminari aperti a scuole, aziende ed enti, vogliamo dare un valore aggiunto pratico alla parola Prevenzione. Come diceva uno slogan famoso “prevenire è meglio che curare”, ed è vero! Aggiungo inoltre che la giusta comunicazione produce risultati ed aiuta la ricerca anche in campo osteopatico.
Rivolgersi all’I.R.C.O. non significa rivolgersi semplicemente ad uno studio professionale, ma significa affidarsi ad un centro di alto livello dove, grazie ad un team esperto che collabora da oltre un ventennio, si pratica solo la medicina osteopatica intesa come studio, applicazione e ricerca e ne siamo orgogliosi. Quest’anno anche a Tivoli, come da Lei ricordato, presenteremo alla comunità tiburtina il nostro lavoro con un seminario – a porte aperte – dedicato alla salute dei più piccoli. Vi aspettiamo.
Tivoli – All’Accademia Alessandro IV al via i corsi di avanzamento per Osteopati
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