Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Sindacato Fesica Confsal Nazionale, in merito alla vicenda di due lavoratrici di Guidonia.
Roma, 14 febbraio 2025 – Le porte dell’aeroporto militare di Guidonia, sede del 60° Stormo dell’Aeronautica Militare, restano chiuse per due lavoratrici sindacalizzate che, con coraggio, hanno difeso i diritti delle proprie colleghe e degli utenti della mensa, rivendicando il diritto a un servizio adeguato.
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E’ la storia inverosimile e paradossale di due donne trasferite a marzo 2024 dalla ditta “Ladisa srl”, a seguito di una vertenza sindacale avviata dal sindacato Fesica Confsal, che contestava l’ingiustificata applicazione di un ammortizzatore sociale da parte dell’azienda, con conseguente riduzione degli orari di lavoro e pesanti disservizi. La causa legale ha visto il Tribunale del Lavoro di Roma pronunciarsi, a inizio dicembre, con un’ordinanza che imponeva il reintegro immediato delle lavoratrici presso l’aeroporto di Guidonia, riconoscendo la condotta anti-sindacale della ditta e la discriminazione nei confronti delle stesse.
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Ma qui la beffa. Nonostante l’ordinanza del Giudice, però, il Comando dell’aeroporto di Guidonia ha continuato ad impedire il rientro delle due lavoratrici, che da quasi un anno stanno subendo danni economici gravissimi. Le lavoratrici sono state addirittura trasferite su un altro impianto nel comune di Roma, a circa 30 km di distanza, con un aggravio di spese per il trasporto che erodono il loro già esiguo stipendio part-time di circa 800 euro al mese.
Un comportamento che appare ancora più ingiustificabile, considerando che la battaglia che le lavoratrici hanno portato avanti non era solo una difesa dei propri diritti, ma anche un’azione mirata a tutelare gli interessi del Ministero della Difesa e dei militari che quotidianamente usufruiscono del servizio mensa, che da tempo risultava gravemente carente.
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La discriminazione, ulteriormente stigmatizzata dal giudice del lavoro, risulta ancora più grave alla luce della condizione delle lavoratrici (di cui una titolare di 104) che meritano un trattamento equo e rispettoso.
“È inaccettabile l’atteggiamento del Comando dell’Aeroporto, che non ha nemmeno risposto alle richieste di chiarimenti e incontro inviate dal sindacato, ignorando quanto ordinato dalla Magistratura,” ha dichiarato il sindacato Fesica Confsal con il suo segretario provinciale Paolo Trivisonno.
La Fesica Confsal fa appello dunque al Ministro della Difesa affinché faccia luce su questa vicenda e prenda provvedimenti per ristabilire giustizia: “un simile comportamento non fa onore all’aeronautica militare né alle Istituzioni in generale, mortificando le leggi dello Stato e ulteriormente le condizioni – conclude Trivisonno – della lavoratrice coinvolte”.
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