Una refurtiva per una valore di circa 200.000 euro. Sarebbe questo il bottino che i due banditi protagonisti della rapina di ieri alla Gioielleria Valenza del centro commerciale Roma Est, avrebbero portato a casa. Il giorno dopo la rapina, a cui è succeduta poi anche una sparatoria con un vigilantes del complesso di Lunghezza, sulle colonne de Il Messaggero, una delle vittime dell’accaduto ha raccontato l’atrocità della sua esperienza.
La testimone è una donna, cliente della gioielleria, che si trovava all’interno del negozio quando sono arrivati i banditi. Mentre cercava un bracciale da acquistare, è stata presa da uno dei banditi, che le ha puntato la pistola contro e rinchiusa nello sgabuzzino di un negozio per circa tre minuti. “Avevo appena inviato a mia figlia la foto del bracciale che pensavo di comprare quando è entrato il primo uomo. Aveva una maschera in lattice, indossava una tuta verde acqua e un cappellino da baseball blu scuro. Ma la cosa più spaventosa era la pistola che ha estratto pochi istanti dopo dal borsone che era nel carrello. Ha costretto me e le due commesse a entrare nello stanzino dove c’è la cassaforte, ma non era quello il suo obiettivo perché non l’ha nemmeno toccata. Una volta dentro ci ha chiesto i cellulari, forse per vedere se avevamo foto o video del suo ingresso. Le due ragazze non lo avevano, io invece gliel’ho dato subito. Poi lui ci ha fatto distendere a terra e ha chiuso la porta per andare dall’altro complice, che nel frattempo sentivo che stava svuotando gli espositori”.
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