Un mostro di cemento da ormai troppi anni lasciato a sé stesso, simbolo di degrado della periferia romana, oggetto nel tempo di diversi sgomberi a causa di occupazioni abusive e non solo. L’ex fabbrica penicillina Leo di Roma è stata ancora una volta scartata dai piani del Comune di Roma. In passato, durante l’amministrazione Raggi, si era pensato alla demolizione dell’immobile con circa 6 milioni di euro provenienti da alcuni fondi stanziati dal Viminale per interventi legati alla sicurezza urbana. Una cifra che col passare dei mesi e l’avvento dell’amministrazione Gualtieri, è stata limata sempre di più, fino ad essere totalmente cancellata.
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E così dai 6 milioni, si è passati a un tesoretto da 1 milione e 471mila euro, poi ridotto ulteriormente. Una cifra che non sarebbe bastata per demolire l’immobile, ma che avrebbe comunque permesso una riqualificazione dell’area e una sua messa in sicurezza. Il 3 agosto però, si legge in una memoria di giunta, “Sulla base di nuove valutazioni degli interessi pubblici è emersa l’opportunità di rimodulare la destinazione di tali fondi su interventi più urgenti di riqualificazione e messa in sicurezza di aree degradate, connotate da una maggiore incidenza di fenomeni criminali e da patibolari rischi per la sicurezza urbana”. Insomma, i fondi stanziati per l’ex fabbrica della penicillina Leo di Roma sono stati totalmente dirottati su altri progetti. Lo scheletro di cemento rimarrà ancora in piedi, in attesa di nuovi fondi e opportunità, che chissà se mai ci saranno.
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