Il 23 agosto 2023, gli Agenti della Polizia di Stato del pool specializzato nella violenza di genere e minori del Commissariato Distaccato di P.S. Tivoli – Guidonia, coordinati dal Gruppo uno della Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione alla misura cautelare coercitiva degli arresti domiciliari nei confronti di B.C. di anni 64, domiciliato a Gallicano nel Lazio, poiché gravemente indiziato di reiterati abusi sessuali nei confronti di una quindicenne, a lui affidata per ragioni di istruzione, vigilanza ed educazione, in virtù del suo ruolo di educatore presso un istituto scolastico di Tivoli, dove la ragazza ha frequentato le scuole elementari e medie. All’interno di quelle mura l’uomo aveva iniziato a carpire la fiducia della giovane “…addirittura iniziando a rivolgerle complimenti sul suo aspetto fisico sin da quando lei frequentava le scuole elementari e perseverando in tali comportamenti anche durante gli anni della scuola media, al punto da indurre la minore a sentirsene ‘lusingata’…”, così come si legge nel provvedimento restrittivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari.
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Una relazione, quindi, instaurata proprio nell’ambito di un contesto educativo, di cui B.C. si è in tutta evidenza avvalso, “progressivamente aumentando l’intrusività di quei complimenti, fino ad estenderli alla sfera sessuale”, attraverso, appunto, atti sessuali reiterati anche ricorrendo a videochiamate. Nella valutazione degli elementi di indagine raccolti a carico dell’uomo, il Giudice ha ritenuto lineare e coerente il racconto della minore, scevro da “intenti di calunnia né di amplificazione delle condotte attribuito all’indagato”. E, ancora una volta, determinante per far emergere gli abusi sessuali è stata la capacità di intercettare anomalie in taluni comportamenti della ragazza da parte dei genitori, i quali, una volta scoperta la relazione con l’educatore, non hanno esitato a rivolgersi immediatamente ai poliziotti del Commissariato tiburtino, denunciando quanto accaduto.
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Le fonti di prova raccolte nel corso delle indagini hanno consentito al P.M. della Procura di Tivoli di richiedere e ottenere dal G.I.P del locale Tribunale, l’emissione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, necessaria a scongiurare il rischio di reiterazione del reato, non potendo escludersi “che l’indagato, proprio in virtù della sua attività lavorativa, abbia avvicinato e/o avvicinerà altri minori, al fine di instaurare con costoro medesimi rapporti illeciti”, come si evince dalla lettura del provvedimento restrittivo.