CRETONE – “È stata la sorellina di Stephan ad avvisare i genitori: Papà, Stephan è andato via. Hanno iniziato a cercarlo, non capivano dove fosse. Era stato appena risucchiato nella conduttura”. Esordisce così nel suo racconto a La Repubblica, Angelo Moreschini, zio di Stepan, il bambino di 8 anni morto tragicamente dopo essere stato risucchiato nelle condutture di scarico di una delle piscine delle Terme di Cretone.
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Poi prosegue: “Mio cognato mi ha detto che loro erano seduti a bordo vasca. Hanno subito iniziato a cercarlo. L’acqua termale di Cretone è torbida quindi da fuori non si vedeva subito che si era incastrato sotto. Era entrato nel tubo di scarico dalle gambe. Era dentro fino al torace. Mio cognato ha provato a tirarlo fuori per le braccia, ma non ce l’ha fatta”.
Infine conclude: “Mio cognato ha chiesto subito aiuto ai tecnici della piscina. Cercavano la chiave per bloccare il sistema di drenaggio. Pensavamo fosse un posto sicuro, per le famiglie, per i bambini. Invece non è così. Poteva caderci chiunque, anche un adulto. Nessuno dovrebbe morire così”.
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