Classe 1982, 40 anni e mezzo suonati, eppure ancora decisivo a suon di gol sui campi della Promozione laziale. Con la maglia del Sant’Angelo Romano Cristiano Cecchini sta vivendo una seconda giovinezza, trasmettendo ai più giovani della squadra i valori e l’esperienza che lo contraddistinguono. Ben 17 reti stagionali (14 in campionato, 3 in coppa), l’ultima decisiva contro il Tor Lupara. Numeri da top player della categoria che hanno permesso alla formazione di Giancarlo Lucani di piazzarsi al secondo posto in classifica. A tre giornate dal termine i discorsi sono ancora tutti aperti, con il bomber, ex Vicovaro, Tivoli e Guidonia, che vuole essere ancora protagonista. Il sondaggio de La Tiburtina News lo ha eletto come “migliore del weekend sportivo”, per questo siamo andati a trovarlo per un’intervista esclusiva.
Cristiano, 17 gol stagionali, secondo posto in classifica col Sant’Angelo Romano. Sei contento dei risultati?
Sono molto orgoglioso, soprattutto per i risultati che la squadra sta ottenendo. Dobbiamo consolidare il secondo posto, raggiungerlo non era semplice. C’è un po’ di rammarico per i punti persi per strada. Se fossimo stati più fortunati o cinici in alcune occasioni, forse staremmo ancora lottando con l’Amatrice per il primato. Certo, rimane la speranza dei ripescaggi, alcune delle migliori seconde faranno comunque il salto di categoria. Noi cercheremo di fare più punti possibili fino alla fine.
Che realtà hai trovato a Sant’Angelo Romano?
Il Sant’Angelo è una società sana. C’ero già stato qualche anno fa, conoscevo il presidente e l’allenatore, sapevo che la società avrebbe lavorato bene e quando mi hanno chiamato ho avuto subito l’impressione che avremmo allestito una buona squadra.
La matematica ancora non vi condanna per il primo posto. Ci credete?
Sono rimaste tre partite, abbiamo sette punti di svantaggio, è complicato. L’Amatrice è stata la squadra più continua ed è già con un piede e mezzo in Eccellenza. Se dovessimo rimontarli sarebbe un miracolo. Noi dovremo comunque essere bravi a vincere tutte le ultime partite per blindare il secondo posto e per sperare in un ripescaggio.
Domenica lo scontro diretto col Settebagni, terzo a un solo punto di distanza. Come ci arrivate?
Domenica sarà la partita della verità e forse avremo un verdetto finale, anche se mancheranno altre due partite. Per noi è come una finale per il secondo posto. La stiamo preparando bene, con la stessa concentrazione e lo stesso impegno di tutte le altre partite.
Come ti senti fisicamente?
Sto benissimo mentalmente ma anche fisicamente. Ho un obiettivo in testa ed è quello di arrivare a quota 20 gol in stagione, ma anche se non dovessi raggiungerlo, sarà stata comunque una stagione molto positiva. Fortunatamente non ho mai avuto infortuni gravi e mi sono sempre allenato con regolarità. Dopo la partita il recupero è un po’ più lento, mi gestisco diversamente rispetto a qualche anno fa. Ma per il resto della settimana faccio tutto con i compagni. Anzi, cerco di dare qualcosa in più.
A inizio stagione hai dichiarato: “Un altro anno me lo faccio, poi vedremo”. Un anno è passato, quali pensieri ti ronzano in testa?
Adesso non sto pensando al futuro, sono concentrato sulle ultime tre partite. Non ho ancora preso una decisione. A fine stagione la testa è un po pesante ed è difficile decidere. Quando il campionato sarà terminato, e sarà passata qualche settimana, vedremo il da farsi.
E se dovessi continuare, rimarrai a Sant’Angelo?
Spero di no perchè questo vorrebbe dire che siamo andati in Eccellenza. Il campionato di Eccellenza è più impegnativo, ci sono trasferte più lunghe, un giorno di allenamenti in più e a 41 anni non ce la farei. Lo scorso anno ho lasciato Vicovaro per lo stesso motivo. Se invece il salto non ci sarà si parlerà con il presidente e vedremo cosa fare insieme.
Da giocatore esperto e maturo, cosa ne pensi dei gravi episodi di violenza a cui stiamo assistendo quest’anno sui campi di gioco?
La violenza non ha diritto di esistere in qualsiasi gioco o sport, soprattutto a livello dilettantistico. Lo sport è divertimento e lo facciamo per passione. Aggredire un arbitro, un dirigente, un giocatore è del tutto anormale. Spero che questa situazione migliori, che tutti abbiano un po’ di sensibilità in più. Spero di essere una guida con i giovani e di trasmettergli questi valori, sia a livello comportamentale che in campo. Faccio il massimo per questo.